lunedì 16 marzo 2009

BUENOS AIRES TRA NOSTALGIA E CREATIVITA'


BUENOS AIRES: UNA CITTÀ COSMOPOLITA, CHE NON DORME MAI, DA ESPLORARE E ASSAPORARE A PASSO LENTO


Buenos Aires, una città favolosa ammirata da molti visitatori per la sua raffinatezza, ma anche

derisa da chi l'accusa di emulare la cultura europea, è un luogo a sé, una specie di "puzzle", un crogiuolo composto da comunità dalle più svariate origini: spagnola, siriana, basca, tedesca, polacca, russa e ovviamente italiana L'estrema frammentarietà delle origini culturali di Buenos Aires è alla base della schizofrenia espressiva che la rende così inquietante e nel contempo affascinante. Anche sotto un profilo urbanistico. Ogni quartiere ha le sue peculiarità, le sue differenze e, ovviamente, le sue influenze culturali: Plaza San Martin, nel quartiere del Retiro, è considerato uno dei luoghi più eleganti della città. Definito come il “diamante verde” per i suoi viali definiti da alberi secolari, il parco che digrada verso l’avenida del Liberador e il Rio de la Plata. Palermo Viejo rappresenta un quartiere di locali, atelier, boutique e caffè situati all’interno di maestosi edifici d’inizio Novecento, Barracas è l’ex quartiere industriale che oggi ospita il lato più creativo e metropolitano di Buenos Aires passando da designer ad artisti emergenti e grandi opere di street-art. C’è poi Puerto Madero con il Puente de la Mujer progettato da Calatrava e El Ateneo Grand Splendid, la spettacolare libreria in av. Santa Fe 1860.
Non è facile descrivere in poche righe una città come Buenos Aires: una capitale sospesa tra nostalgia e ansia di rinnovamento.

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