martedì 30 marzo 2010

RUBRICA MASTERMEETING APRILE di Milena Mineo


INCENTIVE TIMELESS

Che consentono cioè di vivere esperienze senza tempo.

Non una tendenza ma la regola di quello che è oggi il vero lusso in fatto di viaggi. Occhi puntati dunque all’Australia, “dall’altra parte del mondo”, perfetta per chi è attento all’ecosostenibilit

à e intende il viaggio come evento a tutto tondo

Lo scorso numero abbiamo parlato di “short break”, viaggi brevi e validi strumenti di comunicazione e di fidelizzazione che le aziende scelgono per i propri clienti o per la loro rete di vendita. Il motto è: “pochi giorni, grandi emozioni”. Que

sta volta parliamo di viaggi senza tempo. La regola cioè è quella di investire in viaggi di valore, che siano esperienze di vita e di reale crescita dal punto di vista umano. Come nel lusso, anche nei viaggi si punta nella direzione del “senza tempo”. Basta con le mete di moda, sì a ciò che resta nel tempo.

In questa logica uno dei paesi di grande valore esperienziale è senza dubbio l’Australia. Superato lo scoglio della distanza - tutte le cose uniche comportano sacrifici - è un paese ideale per aziende che viaggiano da anni e che utilizzano il viaggio come evento e occasione di ricerca, formazione e crescita culturale.

Sydney vale il viaggio per un evento all’Opera House, una delle opere architettoniche più significative del XX secolo. Cenare qui significa “respirare” la storia del sogno immaginato dell’architetto Jorn Utzon (Premio Pulitzer 2003), che nel 1956 vinse la gara internazionale per la costruzione del nuovo teatro dell’Opera. Le sue “conchiglie sovrapposte” dovevano permettere la visione e l’ascolto dei programmi anche da altri punti della baia. Un’opera “democratica” che, in fase di realizzazione, si scontrò con la realtà e le difficoltà operative di un continente giovane che non comprese il continuo slittare della consegna dei lavori. John Utzon infatti fu fatto rimpatriare qualche anno prima del completamento dei lavori e non vide mai il suo capolavoro concluso.

Il programma prosegue con un match race con partenza da Rushcutters Bay per rivivere le gesta di Luna Rossa, e con un vernissage alla Billich Gallery nel quartiere di The Rock. Una cena a Port Woollomooloo, dove recentemente hanno aperto il fantastico albergo Taj The Blue, e a Finger Whorf, dove vive Russel Crowe.

La collina di Darling Point e un giro in idrovolante lasciandosi alle spalle il Bay Bridge e spingendosi fino alle spiagge di Palm Beach, nel nord della città, per pranzare in un’area incantevole da vero “aussi’”.

Poi il Queensland per comprendere il lifestyle di questo mondo esemplare: semplicità e rispetto per una natura forte e dominante. Qui è un must Cairns con una giornata nella foresta pluviale e l’incontro con i membri della tribù aborigena Culu Yalanji lungo il fiume Mossnan, vicino a Port Douglas.

L’evento in questo caso è nell’eco lodge di John Walker, immerso nella foresta, dove si può imparare il gioco di polso (boomerang), l’arte antica della medicina aborigena, la bushtherapy - perchè tutto o quasi si cura con le piante che si incontrano nella foresta e le pietre dei fiumi - e scoprire il suono del digiridoo, un legno cavo che si trova in natura, di lunghezza variabile da 1 a 4 metri. È lo strumento sacro degli aborigeni, da suonare rigorosamente in gruppo. Un tempo era usato come rito di iniziazione dei giovani nelle cerimonie di affiliazione delle tribù e a scopo terapeutico. Oggi è un perfetto strumento di team building. Il “gioco” consiste nel decorarne uno per squadra per poi suonare insieme e creare un proprio pezzo musicale, magari con qualche contaminazione pop.

Infine, da non perdere, la regata alla Great Barrier e una tappa nell’outback per l’ultima cena-evento nel campo tendato in compagnia degli aborigeni con vista suggestiva sul “macigno rosso”, la montagna sacra di Uluru.

lunedì 29 marzo 2010

RUBRICA MASTERMEETING MARZO

MOTIVARE RISPARMIANDO TEMPO E DENARO


LE AZIENDE PUNTANO SUGLI SHORT BREAK. VIAGGI BREVI, IN DESTINAZIONI
DA SOGNO, DOVE È IL CONTATTO CON LA NATURA, INSIEME
ALL’EVENTO STRAORDINARIO, A FARLA DA PADRONE E A FARE SQUADRA

Short Break.Le regole fondamentali.

“Comunicare ed emozionare, con un occhio attento ai cordoni della borsa”… Si può riassumere così quella che in tempi di ridotte possibilità di spesa è la prima richiesta delle aziende a chi organizza viaggi motivazionali. Come? Studiando soluzioni sempre più mirate alle proprie esigenze di incentive. All’atto pratico questo si traduce in una dinamica ben precisa: da una parte le aziende alzano l’asticella e fanno del viaggio un traguardo sempre più difficile da raggiungere per il cluster di riferimento, dall’altro il premio diventa sempre più bello, succulento e ambito.

La nuova tendenza, che consente di soddisfare entrambe le parti, è quella dello short break, ovvero un viaggio di breve durata – si parla di massimo cinque notti, in base alle destinazioni – che consente di risparmiare in termini di investimento e di tempo, senza perdere in emozione ed esclusività: quest’ultima anzi è garantita proprio dal fatto di fare i conti con una parentesi di breve durata in cui si deve concentrare solo il meglio di una destinazione.

Short Break Le regole fondamentali

La destinazione negli short break è fondamentale e non può prescindere da alcuni elementi. Deve essere esotica e soprattutto non comportare cambiamenti di fuso orario. Per questo, molto richiesti il Sud Africa, il Botswana, la Namibia, che hanno il vantaggio di avere il nostro stesso fuso oppure si punta verso la Cambogia, la Cina e il Giappone mete che possono essere concentrate in pochi giorni con itinerari ed eventi d’eccellenza nonostante il fuso orario.

Personalmente ho un legame speciale con il Sud Africa. Qui le attività tra cui scegliere sono moltissime: dalle visite nelle miniere di diamanti agli Impala Safari, di notte in jeep, dagli incontri con il folclore a quelli con gli scienziati locali che raccontano storie di convivenza e di interazione pacifica tra l’uomo e i grandi predatori della Savana. Io stessa posso dire di aver provato questa esperienza nel corso di un safari a piedi nella Savana, quando, per sbaglio, siamo passati sul territorio di quattro leonesse e dei loro cuccioli. Il branco ci ha ruggito a pochi metri di distanza ed è tornato indietro, stando però di guardia tutta la notte perché non invadessimo nuovamente la sua zona.
Un’esperienza bellissima e superadrenalinica. In effetti la forza degli short break sta anche nel contatto con la natura, una natura selvaggia, che istintivamente aggrega e fa gruppo.
L’azienda che investe in eventi aggregativi di questo tipo viene ripagata con un sicuro ritorno in termini di immagine e un alto tasso di soddisfazione da parte del partecipante che ha modo di rilassarsi e far uscire la parte migliore di sé in contesti che sono assolutamente fuori dall’ordinario: non per nulla il claim degli short break è da sempre: Regerate your soul. Dubai da non perdere.




Un’altra meta che le aziende alla ricerca di short break d’effetto non dovrebbero sottovalutare sono gli Emirati Arabi che stanno scontando il 40-50% e che hanno bisogno di aprire le porte al segmento congressuale. In questo caso si viaggia con Emirates o Etihad a Dubai o Abu Dhabi.
Qui il format può essere quello delle 4 notti, con 3 notti a Dubai e una notte nel deserto per vivere l’esperienza di un aperitivo “Sunset Champagne” sulle dune con la presenza di falconieri e spettacoli artistici locali…tutto nel pieno rispetto della natura e della tradizione.
Giornate piene tra magnifici esempi di tour archistar e visita dei suoq della città a bordo delle tradizionali Abra. Eccessi di shopping e per finire gala garden dinner con luci e musiche davanti a uno dei simboli di Dubai: il Burj Al Arab con fuochi di arrivederci.