… come disse Mao Tse Tung concludendo “e dunque tutto è stupendo”. Per qualche settimana sono stata in silenziosa attesa di capire, dai molti dati usciti, se il settore turistico sia o no in crisi.
Un fittissimo calendario di incontri, convegni, esperti in conclave ha detto tutto e il contrario. Che il turismo è l’unico settore economico in crescita. Che l’occupazione del turismo crolla, anzi no: si creano nuove opportunità di lavoro. Che gli stranieri non vengono più in Italia; anzi no ci verranno sempre più volentieri. Confesso di essere un po’ frastornata.
Rompo il silenzio per commentare un servizio di Repubblica, basato su dati Federalberghi e Aica, dedicato alle difficoltà degli alberghi di lusso che, dovendo far quadrare i conti, si apprestano a tagliare alcuni benefit riservati ai clienti. Basta creme per il corpo nei kit da bagno, basta kit pulisciscarpe, basta kit per il cucito (peccato!), basta ciabatte di spugna… Sembra che, con questi e altri analoghi accorgimenti, riescano a risparmiare parecchio e a evitare licenziamenti.
Non so se sia vero o sia una forzatura giornalistica. Fa sorridere, ma c’è un risvolto serio.
Se l’aria di crisi che ci circonda contribuisse a renderci più sensibili allo spreco? Non mi sembra male che anche i frequentatori degli hotel di lusso si abituino a usare con criterio la biancheria da bagno. Consapevoli che l’acqua è un bene limitato e limitare gli scarichi di detersivi fa bene a tutti.
Insomma, se -forzati dalle attuali ristrettezze- diventassimo tutti un po più spartani, avremmo ricavato almeno qualche beneficio dalla crisi.
1 commento:
per fortuna il turismo non è solo fatto di 5 stelle...
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